Ariano Irpino e l’arte delle ceramiche

Una veduta del Museo Civico e della Ceramica. Testimonia la presenza dell’arte della ceramica nel territorio arianese con reperti di pregevole fattura. Costituito con ritrovamenti e con alcune donazioni, offre uno spaccato della produzione nel corso dei secoli. La presenza di questa arte manifatturiera viene fatta risalire al tempo dei Romani. Ph Mimmo Torrese
Città cerniera tra la Campania e la Puglia, Ariano Irpino, uno dei comuni più estesi della regione, sta riaffermando sempre di più la sua vocazione millenaria nell’artigianato delle ceramiche. Situata nelle prossimità dell’antica strada Appia e dell’Appia Traiana, era una delle tappe obbligate per i viandanti e i pellegrini che si recavano a Brindisi. Anche gli armenti passavano per Ariano, vista la sua prossimità al regio tratturo Pescasseroli-Candela. Una tale mole di persone e animali in viaggio fece sviluppare una produzione di piatti, vasellame e contenitori di cereali e di liquidi. Da questa prima manifattura povera si è poi sviluppata una produzione sempre più sofisticata. Oggi questa arte è risorta grazie alla caparbietà di molti giovani che hanno ripreso in chiave moderna gli antichi dettami degli avi.

Una “spasella” per seccare i pomodori che riproduce una figura femminile con i colori tipici della tradizione. Durante la bella stagione i pomodori erano conservati per l’inverno. L’esposizione al sole consentiva di avere un prodotto che veniva utilizzato per salse o per condire la bruschetta, tipico cibo povero per i contadini. Ancora oggi nel territorio avellinese si usa seccare i pomodori per la brutta stagione. Ph Mimmo Torrese

Soggetti sacri per edicole votive. La produzione arianese spaziava dal vasellame di uso comune a soggetti della devozione e decorativi. Queste edicole votive venivano inserite nei fabbricati rurali e nei palazzi nobiliari. Alcune erano istallate nei pressi delle chiese e lungo le strade di grande comunicazione. Purtroppo in periodi relativamente recenti molte sono state depredate. Ph Mimmo Torrese

Una giovane ceramista di Pietrolà decora una tipica brocca da vino in uso nel sud Italia. Questi oggetti sono molto richiesti dai turisti e spesso riportano il nome della città o alcuni simboli tipici della zona. Questa fase della lavorazione è sovente appannaggio delle donne, che dimostrano abilità decorative fuori del comune. Ph Mimmo Torrese

Una “tavolozza” di colori in uno dei tanti laboratori artigiani. Grazie al fatto di essere lungo un’antica via consolare, Ariano Irpino è stata contaminata da varie scuole di ceramica. Secondo alcuni storici in epoca antica i “lacerti”, cioè i frammenti, del XIII e XIV secolo ritrovati in una antica fornace romana in località Figoli presentano delle analogie con delle ceramiche di derivazione islamica ritrovate a Napoli. Ph Mimmo Torrese

Da qualche anno si stanno affermando produzioni attente al design moderno. Sempre più giovani decidono di diversificare e di strizzare l’occhio ai mercati esteri. La ricerca di nuovi soggetti diventa prioritario se si vuole entrare nel segmento più attento alle nuove tendenze. Resiste, comunque, una larga fetta di mercato orientata alla riproduzione dei soggetti tradizionali. Ph Mimmo Torrese

Un’antica fornace per la cottura delle ceramiche nel rione Tranesi. In queste grotte la ceramica veniva cotta utilizzando la legna e i trucioli. Il rione, nelle immediate adiacenze dell’antico percorso dell’Appia, prende il nome da antichi abitanti di Trani che, in seguito a un mutamento del mercato, lasciarono la città natia per stabilirsi ad Ariano Irpino per modellare e vendere le loro ceramiche. Ph Mimmo Torrese

Una delle bocche di un’antica fornace. In seguito a smottamenti del costone tufaceo, in epoca fascista, fu imposto la chiusura di questi locali che spesso costituivano anche la casa dei ceramisti. L’architetto Mario Pagliaro de “La bottega delle mani” ha realizzato alcune ricerche volte ad acquisire quante più informazioni possibili su questi siti e tentare un ripristino conservativo di questi luoghi della memoria. Ph Mimmo Torrese

Manufatti di ceramica in attesa di lavorazione. L’abbondanza di cave di argilla è stata sicuramente uno dei fattori che ha favorito nei secoli scorsi la nascita di questo tipo di artigianato. Il periodo di massimo splendore si è avuto nell’Ottocento. Purtroppo i disastri naturali che sgretolano la collina delle fornaci e il tremendo terremoto del 1930 portarono progressivamente alla decadenza dell’artigianato ceramico. Ph Mimmo Torrese

Oggetti che si ispirano alla tradizione. È dagli anni Ottanta che i giovani hanno deciso di riappropriarsi di un settore che era stato trainante. Le piccole aziende si sono moltiplicate e adottano tutte i più moderni sistemi di lavorazione e cottura. Mentre la decorazione e la foggia sono rimaste quasi immutate, la cottura e alcune fasi intermedie vengono svolte con macchinari moderni che consentono una qualità costante. Ph Mimmo Torrese
Commenti recenti